Creatività

Tutti sono creativi, chi in un campo, chi in un altro; sono profondamente convinta che tutti, ma proprio tutti, siamo in grado di “creare”: idee, pensieri, soluzioni, cose materiali o astratte ..

E penso che la Creatività sia la salvezza dell’uomo.

Essere creativi, nei momenti bui che la vita naturalmente ci regala, applicare il proprio pensiero ad un progetto, Fare con le mani, come nel mio caso, è estremamente terapeutico.

Essere concentrati con le mani permette al pensiero di sdoppiarsi, a volte in modo inconscio, altre consapevolmente. Le mani lavorano e contemporaneamente una parte del pensiero attivo segue il progetto e il processo produttivo, un ’altra segue percorsi profondi e compie analisi dettagliate, elabora soluzioni permettendo di avere a disposizione punti di vista diversi che aiuteranno a compiere delle scelte.

La vita ha regalato anche a me i momenti difficili, e sono sempre stata grata di possedere questa manualità che mi permette di tradurre in materia i sogni, ed è grazie alla creatività che ho sempre recuperato, fino ad oggi, quella Marina bambina che vive la quotidianità giocando, immersa nel fare.

Sognare – Immaginare – Progettare

Inteso nei suoi molteplici significati, sognare ci permette di vedere alternative, di vedere la possibilità di realizzare un’idea, in qualunque campo si agisca.

E’ l’immaginazione che produce progresso e cambiamento.

Se sogno una tavola imbandita comincio a immaginare ogni dettaglio degli elementi con cui la apparecchierò … così prende forma l’idea di un certo oggetto … E segue immediata la progettazione perché, se immaginiamo, poi dobbiamo capire come realizzare.

Dobbiamo analizzare quali potranno essere le difficoltà che incontreremo, trovare le soluzioni, studiare il dettaglio, quel particolare costruttivo.
A volte, invece, le soluzioni appaiono senza ricerca, nello stesso fare, e allora la progettazione si riduce a pochi tratti di matita, un appunto per sottolineare, semmai, un passaggio complesso da non dimenticare.

Altre volte, capita che la “cosa” sia già lì, proprio lì, dentro la terra: devi solo “tirarla fuori”, come sosteneva Michelangelo: affronti e risolvi la difficoltà nel momento stesso in cui, durante la creazione pratica, appare, e smussi un angolo, o, magari, aggiungi una curvatura …

Dar Forma

Termine corretto è Modellare, ma è un termine che non mi piace, preferisco

“Dare forma” perché è come se dessi un pezzetto di me …

Ogni progetto realizzato crea idealmente un punto d’unione fra me e il mondo.
Immergo le mani nella terra e la lavoro, concentrata finché il risultato non corrisponde esattamente a quello che avevo sognato, immaginato o progettato. Il mio modus operandi è rimasto invariato indipendentemente dalle diverse tecniche utilizzate: in alcuni casi ha prevalso una fase, in altri un’altra.

Negli anni in cui ho prediletto il Découpage la progettazione era essenziale, aveva uno spazio molto ampio: ogni elemento andava studiato, calibrato nelle forme e nelle misure, nei colori e nelle sfumature, osservato nella sua posizione in relazione agli altri elementi; la composizione esaminata nell’equilibrio e nei toni prima di cominciare; una rigorosa selezione per l’associazione delle immagini e degli stili.

Lo stesso è stato per la tecnica del terzo fuoco, con cui è iniziato il mio rapporto con la ceramica. Ogni soggetto dipinto sui piatti e sugli altri oggetti frutto di uno studio del segno, dei rapporti di colori e delle scelte cromatiche alla ricerca di un equilibrio, senza dubbio personale, che traduca il sogno in realtà.

Nella modellazione, invece, una volta risolti gli eventuali problemi tecnici di stabilità, spesso seguo un processo diverso, molto meno progettuale, molto più libero e, forse proprio per questo motivo, fonte di grande soddisfazione.

Capita sempre più spesso che l’idea originale, il lampo apparso negli occhi della mente, sia solo lo spunto da cui partire, e dopo, il Fare, segue un suo proprio percorso, una sua evoluzione, quasi avesse vita propria.

Perché?

Insomma, perché si fa? Perché faccio?

Condividere e confrontarsi sono i miei bisogni primari, e credo che sia per amore, o almeno la mia motivazione è l’amore, per quell’immenso bisogno di comunicare, di dare un pezzetto di me a chiunque scelga qualcosa che ho realizzato, quasi fosse un filo invisibile che lega due persone; un’idea che è avvalorata dai tempi di sospensione di ogni oggetto, quasi la cosa aspettasse proprio quella persona, e non un’altra.

L’entusiasmo, il benessere che il Fare mi regala, si completano nell’accoglienza nel mio spazio e così ogni settimana si svolgono gli Incontri di Ceramica: che gioia riconoscere negli occhi di chi partecipa, la mia stessa espressione di soddisfazione nel veder prender forma il proprio immaginario!